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Lavoratori autonomi per finta


Ordine Informa

Lavoratori autonomi ma non troppo. Su un campione di circa 3,4 mln di professionisti in Italia, meno del 50%, pur non essendo formalmente dipendente, non raggiunge un adeguato livello di autonomia nello svolgimento del proprio mestiere. Alla luce di una combinazione di fattori data da reddito, sede, orari e strumenti di lavoro solo il 46% dei soggetti registra un livello di autonomia che può definirsi completo. Questa una delle statistiche emerse da «Vita da professionisti», un ricerca rivolta ai soggetti non dipendenti, di qualsiasi settore, realizzata dall’Associazione Bruno Trentin con il contributo della Consulta delle professioni della Cgil e della Filcams Cgil. Nel dettaglio la ricerca condotta ha mostrato come il 46,2% dei soggetti del campione sia in possesso di una partita Iva in regime normale, il 22,7% aderisca al regime dei minimi e il 5,2% rientri nell’attività di impresa. Per un totale del 74,1% di partire Iva e la restante parte così suddivisa: 18,1% parasubordinazione, 3,8% cessione diritti d’autore, 2,6% dipendenti e 1,4% di inserimento al lavoro. Al campione è stato, poi, chiesto per quanti committenti svolgessero l’attività. In questo caso, il 17,3% dei soggetti ha dichiarato di lavorare per un unico committente, il 33,3% di lavorare per più committenti, di cui uno principale, mentre il 49,4% lavora per più committenti. «La ricerca sottolinea, quindi», ha spiegato la Cgil tramite una nota, «come circa il 30% della platea dei soggetti interessati riceva l’80% o più del proprio reddito da un unico committente. Allo stesso tempo si registrano livelli di reddito più alti per chi ha più committenti».

(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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