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Inps: sì alla restituzione dei contributi prescritti


Ordine Informa

L’Istituto non può trattenere somme originariamente non dovute: nella materia previdenziale, a differenza che in quella civile, il regime della prescrizione è sottratto alla disponibilità delle parti.
Il contribuente che abbia versato dei contributi all’Inps, ma solo in un secondo momento si accorge che erano prescritti, può sempre chiederne, in un momento successivo, la restituzione. Infatti l’Istituto Nazionale di Previdenza non ha il diritto di trattenere somme ad esso non dovute. Una conclusione, quella a cui è pervenuta di recente la Cassazione, che potrebbe apparire scontata. Ma così non è affatto.
Infatti, nell’ambito delle obbligazioni in generale, chi paga una somma a cui non era tenuto, perché ormai prescritta, non può più chiederne la restituzione. Si tratta di un pagamento “spontaneo” che, in base al codice civile, non può essere più rimborsato, sempre che avvenuto in una situazione di capacità di intendere e volere.
Nella materia previdenziale, però, questa norma non opera. Infatti – dice la sentenza in commento – “il regime della prescrizione è sottratto alla disponibilità delle parti”. I contribuenti non possono versare contributi previdenziali prescritti e, dall’altro lato, l’Inps non ha alcun diritto di trattenerli.
Risultato: se anche si è pagato delle somme prescritte all’Inps, si può chiedere che vengano riaccreditate.
(Fonte: LaLeggepertutti)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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