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RdC: esclusi dal beneficio gli occupabili che rifiutano la prima offerta di lavoro


Ordine Informa

Secondo alcune indiscrezioni sulle modifiche che verranno apportate al Reddito di Cittadinanza, che il Governo Meloni intende introdurre per ottimizzare la misura e abbandonare la natura di sussidio perpetuo, e’ sempre più forte la teoria secondo cui sarà attuata la procedura della perdita del sussidio per chi rifiuterà anche una sola offerta di lavoro. Questi i termini: dopo i primi 18 mesi di percezione del Reddito di Cittadinanza, se la persona non ha trovato un lavoro, viene sospesa dal sussidio e inserita per sei mesi in un percorso di politiche attive del lavoro. Se dopo 6 mesi la persona è ancora senza lavoro, potrebbe ottenere nuovamente il sussidio. In tal caso l’importo verrebbe tagliato del 25% e la durata ridotta a 12 mesi, durante i quali continuerebbe a fare formazione. Se anche dopo questo periodo il beneficiario non è entrato nel mercato del lavoro, verrà sospeso per altri sei mesi, passati i quali potrà chiedere per l’ultima volta il RdC, questa volta, però, la durata verrebbe ridotta del 50% rispetto a quella del periodo precedente. Verrebbe, quindi, riconosciuto per soli sei mesi con un importo decurtato di un ulteriore 25%. In sostanza, l’importo spettante sarebbe pari alla metà di quanto riconosciuto all’inizio. La volontà quindi e’ quella di far decadere il diritto al Reddito di Cittadinanza al primo rifiuto di un’offerta congrua di lavoro, e non più due come attualmente previsto. Si prospetta, dunque, la trasformazione del RdC da un “assegno perpetuo” in un sostegno legato a precisi e stringenti paletti e obblighi che i percettori occupabili dovranno osservare per essere spronati a cercare un lavoro. Per la platea dei soggetti inoccupabili, invece, l’intento del Governo è quello di garantire a quest’ultimi un assegno più sostanzioso.

(Autore: AMS)

(Fonte: FiscalFocus)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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