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L’INPS, con il messaggio n. 4182/2023, ha fornito ulteriori istruzioni in merito all’inquadramento previdenziale dei lavoratori sportivi alla luce delle novità della riforma, precisando che l’esclusione della tutela previdenziale della malattia vale solo per i lavoratori sportivi autonomi del settore professionistico.
Difatti per i lavoratori del settore dilettantistico, sia per gli autonomi sia per quelli subordinati, inclusi quelli in apprendistato, scatta la tutela previdenziale in caso di malattia, applicando le disposizioni valide per ogni altro lavoratore privato subordinato o iscritto alla gestione separata.
In caso di malattia gli interessati dovranno dunque richiedere, alla stregua di ogni altro lavoratore, il certificato telematico al proprio medico curante e accertarsi che i dati siano corretti, ponendo attenzione a comunicare ogni variazione del proprio indirizzo per l’eventuale controllo domiciliare del medico legale.
Spetta ai datori di lavoro indicare nel flusso uniemens l’elemento obbligatorio della retribuzione per malattia.
Sul punto l’Inps precisa che tale campo deve essere obbligatoriamente compilato, in quanto anche per il lavoro sportivo il trattamento economico per la malattia è carico del datore di lavoro sulla base del contratto di riferimento.
Va considerato che la tutela è collegata al versamento dei contributi minori. Pertanto sembrerebbero escluse le persone con compensi inferiori al plafond dei 5mila euro annui.
In sostanza la nota dell’istituto conferma che, con l’entrata in vigore del D.Lgs n. 36/2021, anche i lavoratori sportivi potranno godere delle tutele assistenziali in caso di malattia, eliminando di fatto ogni forma di precarietà.
Il richiamo costante nei documenti di prassi a contratti di riferimento fa tuttavia emergere la necessità, non più procrastinabile, di dotare il mondo dello sport dilettantistico di uno specifico contratto collettivo nazionale di riferimento.
(Autore: AMS)
(Fonte: Il Sole 24Ore)
