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L’INPS, nel messaggio n. 1552/2023, spiega che per fruire dello sgravio spettante alle domestiche al rientro dalla maternità, bisogna presentare doppia domanda. La prima per l’autorizzazione all’incentivo; la seconda, non obbligatoria, per richiedere il rimborso del 50% dei contributi spettanti alle domestiche, eventualmente già versato a causa del ritardo delle istruzioni.
L’incentivo non riguarda i datori di lavoro, ma le lavoratrici e, in particolare, le neo mamme al rientro dal congedo di maternità (c.d. astensione obbligatoria). Consiste dello sgravio del 50% delle ritenute contributive pratiche in busta paga.
In merito alla prima domanda , saranno i datori di lavoro a dover richiedere all’INPS, per conto della domestica, il riconoscimento dello sgravio, con domanda inviata da internet. La domanda, e quindi lo sgravio, precisa l’INPS, può essere presentate solo se il rientro è avvenuto effettivamente entro il 31 dicembre 2022. Le possibili cause di posticipo del rientro (per esempio: ferie, malattia, permessi retribuiti), se collocate senza soluzione di continuità rispetto al congedo obbligatorio, procrastinano la decorrenza dell’esonero, sempre a condizione che il rientro a lavoro sia avvenuto entro il 31 dicembre 2022.
Relativamente alla domanda di sgravio si precisa che esso è fruibile solo se autorizzato dall’Inps con l’accoglimento della relativa domanda. Se ciò avviene, il datore di lavoro non deve versare il 50% del contributo a carico delle lavoratrici. Per i trimestri per i quali sia stata già pagata la contribuzione in misura piena, l’Inps prevede il rimborso al datore di lavoro del 50% della ritenuta contributiva da restituire alla lavoratrice. Ad oggi sono scaduti i termini di versamento di tutti i trimestri dell’anno 2022 e anche del primo trimestre 2023, per cui è molto probabile che la richiesta di rimborso sia l’unica via per recuperare lo sgravio.
(Autore: AMS)
(Fonte: Il Sole 24Ore)
