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Aumento retribuzioni lavoratori domestici a causa del mancato accordo con i sindacati


Ordine Informa

Con il mancato accordo da parte della Commissione nazionale di cui all’articolo 45 del CCNL Lavoro Domestico , le retribuzioni di colf e badanti  sono state adeguate  all’80% dell’indice Istat.
I sindacati difatti non hanno voluto accettare la proposta avanzata dalle associazioni datoriali rappresentate dalla Fidaldo di scaglionare gli aumenti dovuti a colf, badanti e baby sitter nel corso dell’anno.
Da gennaio, dunque, le retribuzioni minime aumentano del 9,2%, mentre le indennità di vitto e alloggio sono rivalutate del 100 % rispetto alla variazione rilevata dall’Istat, ovvero dell’ 11,5% .
A titolo esemplificativo e non esaustivo, quindi, per effetto del mancato accordo, la retribuzione minima di una badante convivente con contratto a tempo pieno che assiste una persona autosufficiente passa da 905,59 euro mensili a 988,90 euro mensili e, nel caso in cui non venga fornito il vitto e l’alloggio, la relativa indennità è rivalutata al 100%, passando dalle attuali 5,81 euro a 6,48 euro giornaliere.
Nel caso, invece, di una badante convivente con contratto a tempo pieno che assiste una persona non autosufficiente, la retribuzione minima passa da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro mensili.
Nel caso di una badante non convivente che lavora 10 ore settimanali con livello BS (assistito autosufficiente) la retribuzione passa da 256 euro a 279,60 euro mensili.
Diversamente, la retribuzione di una badante non convivente che lavora 10 ore settimanali per un assistito non autosufficiente passa da 285,20 euro a 311,60 euro mensili.
Per una colf che lavora 20 ore settimanali, infine, la retribuzione minima passa da 482,40 euro 526,40 euro mensili.

(Autore: AMS)

(Fonte: FiscalFocus)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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