Ordine Informa
Dal 1° gennaio, infatti, sono aumentati i contributi dovuti al FIS dell’INPS passando allo 0,5% (0,15% fino al 31/dicembre 2022) per i datori di lavoro fino a 5 dipendenti e allo 0,8% per quelli con oltre 5 dipendenti (0,24% ovvero 0,55% ovvero 0,66% fino al 31 dicembre scorso). La riforma ha riordinato la disciplina del FIS stabilendo, tra l’altro, che, già a partire dallo scorso anno, ne sono assoggettati i datori di lavoro con almeno un dipendente se non rientranti nella CIGO e nei «fondi di solidarietà» (cioè l’estensione ai datori di lavoro con fino a 5 addetti). La legge Bilancio 2022, inoltre, ha previsto un periodo transitorio, che doveva terminare il 31 dicembre 2022 e che la successiva Legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) ha prorogato al 30 giugno 2023, entro cui i “fondi di solidarietà” esistenti al 31 dicembre 2021 devono adeguarsi alle nuove norme. Il ministero del lavoro ha stabilito che, dal 1° gennaio 2022, i datori di lavoro rientranti in settori coperti da questi fondi, versano i contributi al FIS fino al loro adeguamento. Il contributo è sempre ripartito tra datore di lavoro (due terzi) e lavoratore (un terzo). In caso di erogazione della prestazione è dovuta un’addizionale del 4%. Si ricorda, infine, che è previsto uno sgravio del 40% dal 1° gennaio 2025 per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti e non hanno fatto domanda di prestazioni per almeno 24 mesi. La legge Bilancio 2022, nell’estendere la CIGS ai datori di lavoro con più di 15 dipendenti, ha previsto per il solo anno 2022 la riduzione del contributo ordinario dello 0,9% (di cui 0,3% a carico del dipendente) allo 0,27% (di cui 0,09% a carico del lavoratore) a favore dei datori di lavoro con più di 15 dipendenti rientranti nel contributo FIS dal 1° gennaio 2022. Pertanto, dal 1° gennaio 2023 la riduzione del contributo è venuta meno e si paga l’aliquota dello 0,9%.
(Autore: AMS)
(Fonte: ItaliaOggi)
