Ordine Informa
L’INPS, sta notificando in questi giorni migliaia di ordinanze ingiunzioni con la richiesta di sanzioni spropositate per gli omessi versamenti delle ritenute contributive: euro 16.666 per violazioni fino a 10mila euro (anche solo di 50 euro). I consulenti del lavoro hanno infatti chiesto al ministro di modificare la normativo al fine di introdurre un limite «proporzionale» alle suddette sanzioni.
Per le violazione di «omesse ritenute» contributive, operano due regimi sanzionatori; il primo di natura penale per gli omessi versamenti d’importo sopra i 10 mila euro annui: c’è la pena di reclusione fino a tre anni e la multa fino a 1.032 euro; il secondo di natura amministrativa per gli omessi versamenti fino a 10 mila euro annui: c’è la sanzione da 10 mila a 50 mila euro. L’Inps, spiegano i Consulenti del Lavoro, «ha dovuto procedere alla notifica di migliaia di ordinanze e ingiunzioni (e in quanto tali immediatamente esecutive), in applicazione dell’art. 3, comma 6, del D.Lgs n. 8/2016 relativamente a violazioni rientranti nel secondo regime sanzionatorio».
In questo secondo regime sanzionatorio, l’INPS applica la sanzione in «misura ridotta» (art. 16 legge n. 689/1981), cioè pari a un terzo del massimo: 16.666 euro. La sanzione è applicata a tutti gli omessi versamenti, senza alcuna proporzionalità. Quindi la proposta e’ di «graduare la sanzione» per evitare il paradosso che per 20 euro di ritenute non versate si debba pagare una multa di 17mila euro. In realtà, prima di vedersi comminare la sanzione, il datore di lavoro è ammesso a una sorte di ravvedimento: evitare la sanzione versando l’omesso entro tre mesi dalla contestazione della violazione. La proposta dei consulenti mira a introdurre una fascia “di garanzia”: «se l’importo omesso non è superiore a 5.000 euro, la sanzione amministrativa pecuniaria non può essere superiore al triplo dell’importo omesso».
(Autore: AMS)
(Fonte: ItaliaOggi)
