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ZFU ed incentivi. Dal ministero dati in calo su Porto, Brancaccio, Bagheria e Termini. Barbaro: «Non c’è convenienza»


Ordine Informa

Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari, ci ha comunicato i dati sulle istanze per le Zfu presentate fino a lunedì scorso dalle imprese ricadenti a Palermo
Porto, Brancaccio, Bagheria e Termini. Ma, a differenza dei dati comunicati giorni fa dagli sportelli di assistenza sulle istanze trasmesse on line dalle imprese e dei dati diffusi ai primi del mese dalla stessa Vicari su Termini, le pratiche formalmente accettate dal sistema sono molte di meno. Risultano appena 176 istanze, di cui 76 a Palermo porto, 40 a Brancaccio, 25 a Bagheria e 35 a Termini Imerese. Dall’area di Palermo porto sono partite richieste per 13 milioni di euro, quindi 3 in più rispetto al budget di 10 milioni. Questa è l’unica area ad essere in «overbooking» di richieste rispetto alla disponibilità. Le 40 imprese di Brancaccio hanno chiesto benefici per 6,8 milioni a fronte dei 12 disponibili. Bagheria, su 11,8 milioni, ne ha chiesti 4,4. Termini ha presentato domande per 6 milioni sugli 8 assegnati. L’ampia differenza sul numero di domande (allo sportello di Bagheria ne risultavano 262, quello di Confcommercio ne stimava oltre 100 e per Termini la Vicari parlava di 41 istanze) forse dipende da errori commessi nella compilazione dei moduli o dal mancato possesso di requisiti. Anche se c’è ancora tempo fino al 23 maggio, le istituzioni si attendevano adesioni di gran lunga superiori alle Zfu, che sembrano non avere appeal sulle aziende. E i motivi li spiega Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo: «In altri Paesi europei è stato incentivato l’insediamento di nuove imprese nelle Zfu aprendo università, poli d’eccellenza e motivi di attrazione degli investimenti. In Italia no. A L’Aquila, la prima Zfu, un’area molto più piccola, l’imprenditore più fortunato ha preso 20 mila euro. Nel caso nostro ciascuno non prenderà più di 8 mila euro perchè il budget sarà diviso tra tutti quelli che presenteranno domanda, senza selezione di progetto, di merito e di prospettiva imprenditoriale. Il dato di Brancaccio – aggiunge Barbaro – spiega cosa non va nel sistema: chi va ad investire in un’area priva di prospettive di sviluppo? Chi lo fa, o è un piccolo commerciante con unica sede che punta agli 8 mila euro, o è incosciente. Chi apre una seconda sede in Zfu e assume personale ha l’obbligo di contabilità separata i cui costi per consulenze assorbono il beneficio, col rischio di commettere errori che si traducono nei reati di malversazione e peculato».
(fonte La Sicilia)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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