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Rassegna Stampa


Ordine Informa
(ANSA) – PALERMO, 13 GIU – “I dati Inps sull’occupazione
confermano quanto avevamo percepito: in Sicilia gli incentivi
del Jobs act non possono funzionare da soli, perché la carenza
delle infrastrutture, la continua chiusura di strade per frane,
il crollo dei viadotti autostradali, le piogge che allagano zone
industriali e fanno ribaltare i tir, sono alcuni dei tanti
elementi che impediscono di produrre di più e assumere ulteriore
personale. Per questo le imprese chiedono che gli sgravi
contributivi del Jobs Act in Sicilia siano destinati alle
infrastrutture e alla manutenzione del territorio e che il
taglio del costo del lavoro avvenga solo tramite interventi
strutturali sulle retribuzioni per favorire nuove assunzioni”.
Lo dice Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti
del lavoro di Palermo, anticipando uno dei temi del “Festival
del lavoro” che il Consiglio dell’Ordine nazionale terrà a
Palermo dal 25 al 27 giugno.
   I consulenti del lavoro chiedono ai governi nazionale e
regionale e alle parti sociali, “di aprire – spiega Barbaro –
una discussione per una riduzione strutturale del costo del
lavoro in Sicilia anche con interventi della contrattazione
sulla parte retributiva facendo uso di una contrattazione
collettiva territoriale per un determinato periodo. Purché a
fianco del taglio delle buste paga si creino le condizioni per
un aumento dell’occupazione e del reddito attraverso
investimenti sulle infrastrutture e sulla competitività”.
   I dati Inps parlano chiaro: nel periodo gennaio-aprile 2015
la Sicilia – cioè la regione con la più alta disoccupazione
d’Italia – è quella che, dopo Basilicata e Calabria, ha fatto
meno nuove assunzioni a tempo indeterminato rispetto allo stesso
periodo del 2014 (+3.719), sia perché ha meno contratti precari
da convertire sia perché le condizioni strutturali non
consentono di aumentare gli organici a lungo periodo. Mentre in
quasi tutte le altre regioni c’è un calo, la Sicilia, sempre
secondo i dati Inps, è fra quelle che nello stesso quadrimestre
ha fatto più contratti a termine (+5.945), più dell’Emilia
Romagna; mentre nell’Isola crolla l’apprendistato, “strumento
ucciso dalle Regioni che hanno voluto mantenere sotto la propria
competenza la formazione degli apprendisti, bloccando tutto”,
spiega Barbaro.
   Altro indicatore preoccupante è l’aumento della cassa
integrazione nel trimestre gennaio-marzo 2015 (fonte Inps
Sicilia). Se quella in deroga è crollata, quella straordinaria,
cui si fa ricorso negli stati di crisi, ha avuto un picco da
1.825.549 a 2.895.383 ore. Inoltre, la Cig ordinaria, che si
utilizza per fermi stagionali o temporanei, ha avuto un calo di
580.254 ore (da 1.570.736 a 990.482) perché nel frattempo buona
parte delle imprese ha chiuso battenti. (ANSA).
 
Roma, 13 giu.(AdnKronos) – Da soli, non legati a settori ad hoc, gli
incentivi fiscali previsti dalla legge di Stabilità per creare
occupazione, non funzionano. A lanciare l’allarme i Consulenti del
lavoro di Palermo. La carenza di infrastrutture e le continue
‘emergenzè cui è sottoposto il territorio, dai crolli alle frane fino
alle alluvioni, infatti, “impediscono di produrre di più, di prendere
nuove commesse e, quindi, di assumere ulteriore personale”. A spiegare
la dinamica perversa degli sgravi contributivi è Vincenzo Barbaro,
presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo che chiede
di legare gli incentivi del Jobs Act in Sicilia “alle infrastrutture e
alla manutenzione del territorio in modo tale che il taglio del costo
del lavoro avvenga solo tramite interventi strutturali sulle
retribuzioni per favorire nuove assunzioni”.
 
(Tes/AdnKronos)
Palermo, 13 giu. (AdnKronos) – “I dati Inps sull’occupazione
confermano quanto avevamo percepito: in Sicilia gli incentivi del Jobs
Act non possono funzionare da soli, perché la carenza delle
infrastrutture, la continua chiusura di strade per frane, il crollo
dei viadotti autostradali, le piogge che allagano zone industriali e
fanno ribaltare i Tir, sono alcuni dei tanti elementi che impediscono
di produrre di più, di prendere nuove commesse e, quindi, di assumere
ulteriore personale”. Lo dichiara Vincenzo Barbaro, presidente
dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo, anticipando uno dei
temi del “Festival del lavoro” che il Consiglio dell’Ordine
nazionale dei consulenti del lavoro terrà a Palermo dal 25 al 27
giugno prossimi. “Per questo le imprese chiedono che gli sgravi
contributivi del Jobs Act in Sicilia siano destinati alle
infrastrutture e alla manutenzione del territorio e che il taglio del
costo del lavoro avvenga solo tramite interventi strutturali sulle
retribuzioni per favorire nuove , assunzioni”, dice.
 
I consulenti del lavoro chiedono ai governi nazionale e regionale e
alle parti sociali, “nell’ambito delle previsioni di legge – spiega
Barbaro – di aprire una discussione per una riduzione strutturale del
costo del lavoro in Sicilia anche con interventi della contrattazione
sulla parte retributiva facendo uso di una contrattazione collettiva
territoriale per un determinato periodo. Purché – aggiunge Barbaro – a
fianco del taglio delle buste paga si creino le condizioni per un
aumento dell’occupazione e del reddito complessivo nei territori,
attraverso investimenti sulle infrastrutture e sulla competitività che
consentano alle aziende di produrre di più favorendo l’incremento del
personale e un recupero di redditività nel tempo. In caso contrario,
ridurre le retribuzioni senza sviluppo non farebbe che aggravare la
povertà dei territori”.
 
“I dati Inps parlano chiaro: nel periodo gennaio-aprile 2015 la
Sicilia – cioè la regione con la più alta disoccupazione d’Italia – è
quella che, dopo Basilicata e Calabria, ha fatto meno nuove assunzioni
a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2014 (+3.719),
sia perché ha meno contratti precari da convertire sia perché le
condizioni strutturali non consentono di aumentare gli organici a
lungo periodo. Infatti, mentre in quasi tutte le altre regioni c’è un
calo, la Sicilia, sempre secondo i dati Inps, è fra quelle che invece
nello stesso quadrimestre hanno fatto più contratti a termine
(+5.945), più dell’Emilia Romagna; mentre nell’Isola crolla
l’apprendistato (-527) perché, spiega Barbaro, “questo strumento,
utilissimo per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, è stato
ucciso dalle Regioni che hanno voluto mantenere sotto la propria
competenza la formazione degli apprendisti, bloccando tutto”, dice. (segue)
 
(Ter/AdnKronos)
(AdnKronos) – “Altro indicatore preoccupante è l’aumento della cassa
integrazione nel trimestre gennaio-marzo 2015 (fonte Inps Sicilia)-
spiega ancora Barbaro – Se quella in deroga è crollata, come nel resto
d’Italia, passando da 5.121.594 a 146.877 (perché, essendo le imprese
ancora in attesa dei pagamenti dell’intero 2014, quasi nessuna la
richiede più), quella straordinaria, cui si fa ricorso negli stati di
crisi, ha avuto un picco da 1.825.549 a 2.895.383 ore (oltre 1 milione
di ore in più). Inoltre, la Cig ordinaria, che si utilizza per fermi
stagionali o temporanei, ha avuto un calo di 580.254 ore (da 1.570.736
a 990.482) perché nel frattempo buona parte delle imprese ha chiuso
battenti”.
 
“Denunciamo – aggiunge Barbaro – che molte imprese medio-grandi della
Sicilia orientale hanno dovuto rinunciare a commesse per clienti della
Sicilia occidentale a causa della chiusura del viadotto Himera che ha
allungato i tempi di percorrenza rendendo obbligatorio il doppio
autista sul mezzo e un insostenibile raddoppio dei costi di consegna.
Infatti, dopo alcune ore per legge occorre il cambio alla guida, ma
sulla Messina-Palermo non ci sono aree di sosta dove servirebbero per
effettuare il cambio, ma ci sono puntuali le pattuglie che elevano
multe salatissime. Dopo le prime dolorose esperienze le imprese hanno
rinunciato”. “Ecco – incalza Barbaro – uno dei tanti esempi di come
sia impossibile fare impresa in Sicilia, altro che aumento della
produzione e internazionalizzazione! Qui le imprese, prima di
investire sulla qualità e sull’innovazione del prodotto, devono
inventare packaging che impediscano il deperimento delle merci a causa
dei lunghissimi tempi di percorrenza dei mezzi di trasporto, anche sui
sistemi intermodali”. “Dunque – conclude il presidente dei
consulenti del lavoro di Palermo – le imprese siciliane non hanno
bisogno di sgravi contributivi, anzi preferirebbero che queste risorse
finanziarie venissero dirottate sulle infrastrutture e sulla
manutenzione del territorio sempre più colpito dal dissesto
idrogeologico. Il pubblico deve agire sulle condizioni di sviluppo,
spetta alla contrattazione fra le parti condividere condizioni minime
di trattamento dei lavoratori idonee a fare crescere una terra fin
troppo impoverita da decenni di abbandono”.
 
(Ter/AdnKronos)
PALERMO  (ITALPRESS) – “I dati Inps sull’occupazione confermano
quanto avevamo percepito: in Sicilia gli incentivi del Jobs Act
non possono funzionare da soli. Per questo le imprese chiedono che
gli sgravi contributivi del Jobs Act siano destinati alle
infrastrutture e alla manutenzione del territorio e che il taglio
del costo del lavoro avvenga solo tramite interventi strutturali
sulle retribuzioni per favorire nuove assunzioni”. 
Lo afferma Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti
del lavoro di Palermo, anticipando uno dei temi del “Festival del
lavoro”, in programma nel capoluogo siciliano dal 25 al 27 giugno
I consulenti del lavoro chiedono ai governi nazionale e regionale
e alle parti sociali, “di aprire una discussione per una riduzione
strutturale del costo del lavoro in Sicilia anche con interventi
della contrattazione sulla parte retributiva, facendo uso di una
contrattazione collettiva territoriale per un determinato periodo.
Purchè – aggiunge Barbaro – a fianco del taglio delle buste paga
si creino le condizioni per un aumento dell’occupazione e del
reddito complessivo nei territori, attraverso investimenti sulle
infrastrutture e sulla competitività. In caso contrario – ha
concluso – ridurre le retribuzioni senza sviluppo non farebbe che
aggravare la povertà dei territori”.
(ITALPRESS).
 
 

Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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