Skip to main content

Professioni, sos contributi


Ordine Informa

Le Casse di previdenza dei liberi professionisti sono rose da un tarlo che si fa di anno in anno sempre più vorace: se ne parla a mezza voce nei corridoi e negli uffici di presidenza, ma si preferisce non far scoppiare il bubbone. Il problema è quello della riscossione dei contributi previdenziali. Complice la crisi economica e le difficoltà che incontrano i professionisti a farsi pagare dai loro clienti, quello che era un fenomeno tutto sommato fisiologico sta diventando una valanga sempre più difficile da tenere sotto controllo. Sono 2 miliardi i crediti non riscossi, anche se non tutte queste mancate entrate derivano da inadempimenti contributivi. Negli ultimi anni molte Casse sono passate al contrattacco, adottando misure di restituzioni nei termini, riduzioni di sanzioni, facilitazioni di pagamento, rateizzazioni. Ma non è bastato. E adesso si sta cominciando a pensare a metodi più bruschi.
I problemi più grossi li hanno Cassa forense (oltre 50 mila posizioni irregolari) e Inarcassa, ma anche Cassa ragionieri ha le sue gatte da pelare, con 16 mila irregolarità su 35 mila iscritti. C’è un problema storico di cultura previdenziale: il mancato versamento dei contributi fino a poco tempo fa non era considerato da molti professionisti un vero e proprio inadempimento. I contributi li pagava, sostanzialmente, chi voleva. Poi la Corte dei conti ha cominciato ad accendere i riflettori e, pur riconoscendo che la privatizzazione delle Casse è stata sicuramente positiva per le categorie interessate, ha cominciato a preoccuparsi del fatto che, specie in anni di crisi, i contributi vengano effettivamente versati, senza sconti per nessuno, per evitare che un domani sia lo Stato a doverci rimettere.
(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
X