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Cartella muta da impugnare


Fisco Ordine Informa

La cartella muta diventa definitiva dando il via libera alla riscossione se il contribuente non la impugna entro 60 giorni. In altri termini il cittadino che, nonostante il vizio dell’atto notificato dal fisco, non lo fa valere in giudizio deve pagare l’imposta. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 18448 del 18 settembre 2015, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate che aveva notificato una cartella con firme illeggibili del funzionario e del responsabile del procedimento.
Tornando con una lunghissima e interessante motivazione sulle cartelle mute i Supremi giudici hanno sancito che senza l’impugnazione da parte del contribuente l’atto diventa definitivo. A riguardo la sezione tributaria ha infatti enunciato un nuovo principio di diritto, accogliendo le ragioni del fisco e avviando la procedura di riscossione. Sul punto in sentenza la sentenza chiarisce che agli atti fiscali non può certo applicarsi il regime previsto per gli atti amministrativi in relazione ai quali non è necessario, se ci sono vizi invalidanti, impugnarli di fronte al Tar.
Le norme del procedimento amministrativo possono trovare applicazione, infatti, soltanto nei limiti in cui non siano derogate o non risultino incompatibili con le norme speciali di diritto tributario che disciplinano gli atti del procedimento impositivo. Anche la Procura generale del Palazzaccio ha chiesto al Collegio di legittimità di accogliere il ricorso dell’Agenzia delle entrate e di ritenere valide le cartelle di pagamento.
(Autore: Debora Alberici)
(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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