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La dura lotta al contante


Ordine Informa

Il 60% delle transazioni è regolato ancora in contanti: nonostante le novità di questi ultimi anni, volte proprio a scoraggiare l’uso dei pagamenti non tracciabili, stentano a decollare gli strumenti elettronici di pagamento.
Scarsa efficacia sembrano quindi aver avuto le disposizioni in tema di circolazione del contante, che prevedono pesanti sanzioni a fronte di transazioni non tracciabili di importo superiore a 999,99 euro, così come poco riscontro si è avuto a seguito dell’introduzione dell’obbligo Pos.
In quest’ultimo caso sicuramente la misura ha avuto poco rilievo in quanto non sono state previste sanzioni, ma, nel caso dei limiti della circolazione del contante le disposizioni sono chiare, e le sanzioni previste sono sicuramente in grado di risvegliare l’attenzione.
Insomma, l’Italia spende ogni anno 10 miliardi di euro per la gestione del contante, un importo pari allo 0,52% del Pil, ma la diffidenza per i nuovi strumenti non consente quell’evoluzione che negli altri Paesi è stata invece naturale.
Le carte di credito – Le carte di credito, nonostante gli sforzi del Legislatore, stentano quindi a decollare in Italia. Eppure i vantaggi sarebbero sicuramente rilevanti, sia per gli esercenti che per i consumatori.
Per i primi, si pensi alla diminuzione del rischio di rapine a seguito della minore quantità di denaro posseduto in cassa, così come la minor probabilità di essere pagati con banconote false.
Dal punto di vista commerciale, invece, si pensi alla possibilità di emettere carte di credito co-branded con l’obiettivo di fidelizzare i propri clienti per mezzo di programmi di loyalty.
Innegabili sono tuttavia i vantaggi anche per i consumatori, che possono beneficiare di un addebito posticipato sul conto corrente, mantenendo sempre traccia delle spese sostenute, e potendo avere la garanzia di un’assicurazione su furto e rapine.
Eppure tutti questi vantaggi non vengono attualmente colti, e, se proprio non risulta possibile optare per il pagamento in contanti, gli italiani preferiscono optare per la più rassicurante carta prepagata, che tuttavia non porta con sé tutti i benefici e le garanzie legate invece alla carta di credito.
L’obbligo Pos – Nessun cambiamento radicale pertanto si è avuto dal 30 giugno. In teoria tutti potrebbero pagare con carta di debito un acquisto superiore a 30 euro presso una qualsiasi impresa o professionista, ma, rimanendo comunque una facoltà del cliente quella di scegliere lo strumento di pagamento, i contanti continuano ad avere un ruolo di primo piano.
Sicuramente uno dei punti sui quali sono stati molti sollevati i dubbi riguarda la mancata estensione della previsione alle carte di credito: la nuova norma parla infatti soltanto di carta di debito, ragion per cui l’esercente è tenuto ad accettare il pagamento con bancomat, ma non anche quello con carta di credito.
Inoltre, almeno per ora, nessuna sanzione è prevista nel caso in cui l’impresa o il professionista non sia in grado di accettare i pagamenti con carte di debito, e la tracciabilità del pagamento deve comunque essere garantita solo se l’importo supera la soglia dei 999,99 euro.
L’adozione del Pos è stata infatti configurata come un mero onere e non un obbligo giuridico. Per tale motivo, qualora il cliente chieda di pagare la transazione superiore a 30 euro con bancomat, e l’altra parte non sia in grado di accettare il pagamento, si determinerebbe semplicemente la mora del creditore ai sensi dell’art. 1226 del Codice civile.
In questo caso il debitore non è comunque liberato dall’obbligazione ma il creditore non potrà chiedere la corresponsione degli eventuali interessi, così come sarà tenuto a sopportare eventuali spese sostenute dal cliente, come ad esempio le commissioni bancarie addebitate per il prelievo presso lo sportello di un altro istituto, oppure le spese del bonifico.
È tuttavia da rilevare come queste ultime spese potrebbero essere addebitate al creditore non solo quando non è in possesso della strumentazione necessaria, ma anche nel caso in cui, pur avendo attivato il servizio, non può garantire il pagamento a causa della momentanea assenza della linea telefonica.
(Fonte: FiscalFocus)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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