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Il Jobs Act arriva in Senato: due capi e sei articoli per riformare il lavoro


Ordine Informa

E’ arrivato in Senato il disegno di legge delega al Governo di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione. Si compone di due capi e sei articoli. E’ l’altro tassello, dopo il disegno di legge su contratti a termine e apprendistato, del Jobs Act.
Il disegno di legge mette mano alla riforma dei più importanti istituti legati al welfare e ai servizi di lavoro, oltre che al riordino dei contratti. Il problema, d’altra parte, è quanto mai urgente e anche gli ultimi dati legati al tasso di disoccupazione – al massimo dall’inizio delle serie storiche Istat con il 13% – mostrano come sia necessario intervenire.
Il testo è stato presentato al Senato ed è in attesa di essere assegnato alla commissione Lavoro di Palazzo Madama. Sono cinque i capitoli delle deleghe al governo: quella in materia di ammortizzatori sociali; di servizi per il lavoro e politiche attive; di semplificazione delle procedure e degli adempimenti; di riordino delle forme contrattuali; di sostegno alla maternità e alla conciliazione. Tra i diversi punti rientrano i criteri e i principi per la revisione della cassa integrazione e per l’introduzione dell’assegno universale di disoccupazione, del contratto a tutele crescenti, del compenso orario minimo, per l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione fino ad un ‘tax credit’ per le mamme.
Il testo del disegno di legge al Senato
Nell’ambito della riforma degli ammortizzatori sociali si indica, infatti, l'”universalizzazione” dell’Aspi (l’assegno per la disoccupazione involontaria) “con estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con l’esclusione degli amministratori e sindaci” prevedendo, prima dell’entrata a regime, “un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite”. Nell’ambito del riordino delle forme contrattuali si prevede, oltre che a definire un codice semplificato del lavoro (con la redazione di un ‘ Testo organico ‘), “l’introduzione, eventualmente in via sperimentale di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti” e l’introduzione, anche questa “eventualmente in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti aventi ad oggetto una prestazione di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali più rappresentative sul piano nazionale”.
Si punta inoltre a dare più sostegno alla maternità (anche “nella prospettiva di estendere, eventualmente anche in modo graduale” l’indennità di maternità “a tutte le categorie di donne lavoratrici”) ed alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (compresa una maggiore flessibilità degli orari e dei congedi). Si indica anche la possibilità di “introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito complessivo della donna lavoratrice, e di armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico”.
Il decreto lavoro è invece già all’attenzione delle Commissioni della Camera, dove si stanno ridiscutendo alcuni parametri che erano stati decisi dal governo. Una delle novità che potrebbe trovare spazio riguarda il diritto di prelazione per le assunzioni a tempo indeterminato, in favore dei contratti a termine. Sia una parte del Pd che il sindacato hanno fatto notare come fosse eccessivamente sbilanciato sul lato della flessibilità. In questa linea si colloca anche la richiesta di rivedere il numero di proroghe concesso per i contratti a termine, che possono essere fino a otto nell’arco dei tre anni. Su questo, ha ribadito lo stesso ministro Poletti, non ci sono dogmi e quindi è possibile che le proroghe vengano tagliate a sei.
(fonte Economia&Finanza)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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