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Incentivo assunzioni lunga durata, burocrazia capace di complicare anche le date


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La complessità e la scarsa chiarezza della normativa italiana sono elementi che rendono complicato fare impresa. Tale caratteristica si trova anche nei provvedimenti che prevedono incentivi per le nuove assunzioni. Uno dei casi più recenti riguarda il contributo di 190 euro mensili a favore delle imprese che nel 2013 assumono i lavoratori che fino al 2012, dopo aver perso l’impiego, potevano iscriversi nelle cosiddette liste della “piccola mobilità”.
Il provvedimento che stanzia il contributo nasce per porre rimedio a un errore o a una dimenticanza avvenuta nel 2012, a seguito della quale è stata cancellata la possibilità di iscrizione alla piccola mobilità e non sono nemmeno stati rinnovati gli incentivi per l’assunzione di tali lavoratori. Quindi è stato messo a punto un decreto direttoriale ad hoc che introduce l’incentivo di 190 euro al mese per massimo un anno a fronte di un’assunzione a tempo indeterminato.
Il 20 maggio, il ministero del Lavoro ha comunicato che tale decreto, datato 19 aprile, sarebbe stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore l’Inps avrebbe indicato le modalità con cui i datori avrebbero potuto richiedere il contributo. La data di entrata in vigore costituisce un elemento rilevante, per farsi un’idea delle prossime scadenze, ma individuarla è tutt’altro che facile. Il decreto non fornisce alcuna indicazione.
Dal ministero, in data 20 maggio, viene comunicato che il provvedimento è già in vigore, ma senza precisare da quando. Si può presumere che in base alla legge 69/2009, faccia fede la data di pubblicazione sul sito del ministero, quindi il 20 maggio stesso.
Ieri, invece, abbiamo ricevuto l’informazione esatta, sempre dal ministero: il decreto è in vigore dal momento della sua adozione, cioè il 19 aprile. Di conseguenza al 20 maggio l’Inps aveva già sforato la scadenza dei 30 giorni a sua disposizione per pubblicare le modalità di richiesta dei contributi che a oggi, peraltro, non sono ancora note. La confusione, quindi, è grande: a farne le spese, come sempre, i destinatari dei provvedimenti.
(fonte Il Sole 24 Ore)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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