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Il falso in bilancio torna reato


Fisco Ordine Informa

Le false comunicazioni sociali tornano a essere un delitto punito con il carcere. E si stringono i bulloni nei confronti dei dipendenti (corrotti) della pubblica amministrazione, consentendo, invece, sconti di pena per chi collabora nelle indagini. La Camera ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge anticorruzione, che reintroduce tra l’altro il delitto di falso in bilancio, obbliga i condannati a restituire il maltolto e rinforza i poteri dell’Anac, l’Autorità presieduta da Raffaele Cantone per combattere i fenomeni illeciti. Se la società è quotata, prevede il testo, chi commette il falso in bilancio rischia la reclusione da 3 a 8 anni; se non quotata, da uno a 5 anni; si procede sempre d’ufficio, a meno che non si tratti di piccole società non soggette al fallimento, per le quali vale una sanzione ridotta (da 6 mesi a 3 anni), e la sanzione è ridotta anche nel caso di fatti di lieve entità, mentre è prevista la non punibilità per gli illeciti di particolare tenuità. Quanto alla responsabilità amministrativa degli enti, raddoppiano le sanzioni pecuniarie (fino a 600 quote nel caso di società in borsa e a 400 per le non quotate). Aumentano, poi, le pene per i principali reati contro la pubblica amministrazione: peculato (da 4 a 10 anni e 6 mesi), corruzione propria (da 6 a 10 anni) e impropria (da uno a 6 anni), induzione indebita (da 6 a 10 anni e 6 mesi), e per la corruzione in atti giudiziari (da 6 a 12 anni nell’ipotesi base), la pena può salire fino a 20 nei casi più gravi.

(Fonte: ItaliaOggi)

Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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