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In base a quanto quanto stabilito sia dall’articolo 1, comma 17 del Dl 41/21 sia dall’articolo 3, comma 4, del decreto e quanto ribadito nelle istruzioni al modello pubblicate il 27 aprile dalle Entrate, per la compilazione del modello dell’autodichiarazione da effettuare alle Entrate per il monitoraggio degli aiuti Covid, è necessario tener conto delle relazioni di controllo rilevanti ai fini della definizione di “impresa unica”.
La ratio è quella di evitare che un gruppo societario possa beneficiare di più aiuti Covid per effetto di richieste formulate da singole imprese appartenenti al medesimo gruppo.
Nei regolamenti de minimis sono indicati i criteri in presenza dei quali due o più operatori economici, all’interno dello stesso Stato membro, vengono considerati una singola impresa. In particolare, per impresa unica si intende l’insieme delle imprese con una delle seguenti relazioni:
1. un’impresa detiene la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti/soci di un’altra impresa;
2. un’impresa ha il diritto di nominare o revocate la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione, direzione o sorveglianza di un’altra impresa;
3. un’impresa ha il diritto di esercitare un’influenza dominante su un’altra impresa in virtù di un contratto concluso con quest’ultima o in virtù di una clausola dello statuto di quest’ultima;
4. un’impresa azionista o socia di un’altra impresa controlla da sola, per un accordo con altri azionisti o soci di un’altra impresa, la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti/soci di quest’ultima.
In sostanza, le imprese operanti in un medesimo Stato membro, controllate anche indirettamente da un medesimo soggetto vanno considerate impresa unica ai fini del calcolo dei massimali stabiliti nelle sezioni 3.1 e 3.12 del TF. Vi rientra ogni entità che esercita un’attività economica, a prescindere dallo status giuridico di detta entità e dai suoi modi di finanziamento.
(Autore: AMS)
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
