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Studi di settore, correttivi flop


Fisco

Nonostante il preventivo studio sull’efficienza produttiva e l’applicazione di modelli lineari misti per la determinazione dei ricavi presunti, i correttivi congiunturali degli studi di settore per il 2014 non hanno colto la situazione reale delle imprese. Di fatto, molte imprese sono passate da una situazione di congruità a una di non congruità. Lo afferma il sottosegretario all’Economia Paola De Micheli rispondendo in VI commissione finanze della Camera al Q.T. n. 5-06244, invitata a spiegare i motivi per cui, nonostante le indicazioni fornite nelle note metodologiche di riferimento degli studi di settore, molti soggetti che negli anni precedenti erano risultati congrui, con l’applicazione dei corretti 2014 hanno perso la detta congruità. Il sottosegretario riporta i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate, per la quale, innanzitutto, era necessario che le segnalazioni dei professionisti fossero accompagnate anche dai dati dichiarativi dei soggetti non congrui, al fine di fornire una più puntuale analisi della situazione e intercettare i motivi per i quali i detti correttivi non hanno sortito effetto, in presenza della congiuntura economica persistente nel 2014. La stessa Agenzia, però, tiene a precisare che i modelli statistici elaborati si basano sull’utilizzo dei modelli lineari misti, utilizzando i correttivi disposti dal provvedimento del dicastero dell’economia dello scorso 15 maggio.
Inoltre, per la stima relativa ai ricavi del 2014, sono stati utilizzati i dati relativi all’analisi sull’efficienza produttiva, e l’intervento correttivo ha impattato sulla determinazione della «variazione dell’efficienza produttiva del singolo contribuente», determinata assumendo il valore relativo al 2014 e quello più elevato degli anni 2011, 2012 e 2013.

(Autore: Fabrizio G. Poggiani)
(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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