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Iva, abuso del diritto all’angolo


Fisco

La Cassazione fa vacillare i principi sull’elusione fiscale costruiti dai Supremi giudici a fatica data l’assenza di una legge ad hoc. Infatti l’ufficio non può negare la detrazione Iva in presenza di una condotta antieconomica, quale la vendita a prezzi troppo bassi, ma è necessario che dimostri un disegno più ampio di abuso del diritto.
Con una ordinanza che riaccenderà il dibattito sull’elusione, la n. 10041 dell’8 maggio 2014, la Corte di cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle entrate. In particolare il Collegio di legittimità ha dato ragione a una immobiliare alla quale l’amministrazione aveva negato la detrazione Iva ritenendo i prezzi di vendita praticati al di sotto di quelli di mercato e bollando l’operazione come antieconomica. Sul punto, nel breve quanto interessante documento, si legge che se da un lato in presenza di un comportamento assolutamente contrario ai canoni dell’economia, rimasto inspiegato da parte del contribuente, è pienamente legittimo l’accertamento ai sensi dell’articolo 39, comma primo lett. d) del dpr n. 600 del 1973, per cui il giudice di merito che giunga a ritenere illegittimo l’accertamento è tenuto a specificare, con argomenti validi, le ragioni per le quali ritiene che l’antieconomicità del comportamento del contribuente non sia sintomatica di possibili violazioni di disposizioni tributarie, dall’altro la stessa Cassazione, chiamata a verificare la possibilità ed eventualmente i limiti entro i quali è possibile estendere i principi sull’elusione al tributo Iva, ha affermato che in caso di contestazione di operazioni antieconomiche, l’amministrazione non può rettificare l’Iva detratta sugli acquisti, a meno che si tratti di operazioni inesistenti, di sovrafatturazioni o di un più ampio contesto di abuso del diritto.
Fonte (ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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