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Redditometro al via. Rogiti, bonifici, estratti conto: ecco i documenti da presentare se il Fisco chiama


Ordine Informa

Pronte le prime lettere: i contribuenti selezionati dal Fisco saranno chiamati a presentare la documentazione richiesta dagli uffici delle Entrate nel primo incontro per giustificare la sostenibilità dei redditi rispetto alle spese sostenute.
1. Acquisto e spese per la casa
Il titolo di proprietà e le spese tracciabili possono costituire un argomentazione richiesta dal Fisco. Meglio allora tenere da parte il rogito e tutte le altre «carte» utili per dimostrarne l’acquisto. Anche se uno degli altri elementi-spia della capacità contributiva potrebbe essere rappresentato dalle spese per le case. Quali? Per esempio quelle per la ristrutturazione o per il risparmio energetico per le quali l’amministrazione finanziaria può “intercettare” le cifre portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Ecco che la fattura che attesti la spesa e il bonifico (unico strumento di pagamento ammesso per ottenere il bonus) sono due carte da giocare al momento della convocazione.
2. Auto, moto e altri mezzi di trasporto
Che cosa può interessare al Fisco? Tipo di alimentazione, cavalli fiscali, anno di immatricolazione, eventuali rate di leasing e periodo di possesso. Elementi validi sia per gli autoveicoli posseduti, sia per minicar, caravan, moto, aerei ed elicotteri da turismo, navi e imbarcazioni. Contratto d’acquisto o di leasing, libretto di circolazione, altre spese di manutenzione in qualche modo tracciabili e riconducibili a chi le ha effettivamente sostenute.
3. Assicurazioni e contributi
Sottoscrizione di polizze e versamento di premi e versamento di contributi (obbligatori, volontari, previdenza complementare). Anche questa documentazione potrebbe tornare utile in caso di richiesta da parte degli uffici dell’agenzia delle Entrate. Naturalmente per quanto riguarda i contributi possono essere chiamati in causa anche quelli versati alla colf. Per questo, senza esagerare, può rivelarsi utile archiviare e tenere da parte tutti i pagamenti effettuati.
4. Investimenti
Meglio tenersi pronti a presentare ed eventualmente a giustificare il reddito di provenienza se non derivasse da quello guadagnato nell’anno per gli investimenti effettuati. Naturalmente il Fisco dovrà tenere conto dei disinvestimenti effettuati nell’anno e nei quattro precedenti. Per esempio, nell’ipotesi di vendita di una casa, un terreno o anche un bene mobile è sempre un vantaggio in più se il corrispettivo «versato» dall’acquirente può essere facilmente ricostruito attraverso strumenti tracciati: assegno o bonifico bancario
5. Estratti conto
Conservare e archiviare gli estratti conto può essere utile. Anche in questo caso niente affanni. Si possono utilizzare anche i sistemi di estratto conto online che consentono di avere i documenti sempre a portata di mano e di poter dimostrare le somme in entrata e in uscita. Il discorso è particolarmente importante soprattutto per quei redditi che derivano da disinvestimenti o che sono tassati alla fonte, che non transitano in dichiarazione dei redditi e su cui il contribuente può avere l’esigenza di attestare la disponibilità
6. Documentazione per i familiari conviventi
La documentazione utile a dimostrare l’allineamento tra redditi e spese potrebbe riguardare non solo il singolo contribuente convocato ma dovrebbe estendersi a tutti i componenti del nucleo familiare convivente. Meglio tenerne conto se l’ufficio dovesse chiederlo espressamente nell’invito al confronto con il contribuente
7. Finanziamenti
Potrebbero essere richieste anche le dimostrazioni di finanziamenti effettuati a società. Anche in questo caso gli atti dispositivi, i versamernti e i bonifici potrebbero diventare decisivi per provare le movimentazioni eseguite. Naturalmente qui si entra nello specifico e si tratta di operazioni che già risultano all’amministrazione finanziaria perché pervenute nel cervellone dell’Anagrafe tributaria
8. Solo documentazione vera
Attenzione a presentare solo dichiarazioni e documentazione vera. Il decreto salva-Italia di fine 2011 ha previsto che chi esibisce o trasmette atti o documenti falsi in tutto o in parte oppure fornisce dati e notizie non rispondenti al vero è punito anche penalmente. Le sanzioni penali, però, scattano solo se i dati o le notizie non rispondenti al vero presentati su invinto degli uffici delle Entrate si riferiscono a reati tributari.
(fonte Il Sole 24 Ore)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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