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Professionisti senza redditometro


Fisco Ordine Informa

Più difficile per il fisco accertare sinteticamente il reddito dei professionisti che svolgono diverse attività. Sono infatti inapplicabili gli studi di settore al commercialista che percepisce redditi «non da lavoro autonomo», ad esempio, in virtù di partecipazioni societarie. Lo ha sancito la Cassazione che, con la sentenza n. 16199 del 16 luglio 2014, ha accolto il ricorso di una commercialista che contestava l’applicazione degli standard del fisco nonostante lo scostamento fosse giustificato dalla sua partecipazione societaria a una piccola impresa. Dunque, per la Suprema corte, l’ufficio avrebbe dovuto prendere in considerazione, prima di emettere l’accertamento, i punti esposti dalla professionista in contraddittorio e cioè il suo reddito, dichiarato, dalla partecipazione alla snc. Il Collegio di legittimità ha riadattato a questo caso il principio generale secondo cui «la procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l’applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è ex legge determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standard in sé considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente, pena la nullità dell’accertamento, con il contribuente».
(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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