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Sono legittime le verifiche fiscali presso professionisti e aziende che si protraggono oltre il termine di 30 giorni. Rileva, infatti, la presenza effettiva degli agenti negli studi o nella sede sociale. Non solo, i cittadini che lamentano la violazione dei loro diritti di difesa possono fare un esposto al garante affinché eserciti un’azione disciplinare contro i funzionari dell’amministrazione.
È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 24690 del 20 novembre 2014, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate. La Suprema corte ha motivato la decisione richiamando il principio secondo cui «il termine di permanenza degli operatori civili o militari dell’amministrazione finanziaria presso la sede del contribuente è meramente ordinatorio, in quanto nessuna disposizione lo dichiara perentorio, o stabilisce la nullità degli atti compiuti dopo il suo decorso, né la nullità di tali atti può ricavarsi dalla «ratio» delle disposizioni in materia». Nella seconda parte della motivazioni il Collegio di legittimità sottolinea che questa interpretazione è confermata tanto più dalle norme introdotte con il decreto sviluppo del 2011.
Infatti, il dl 70/2011 che ha modificato l’articolo 12, al quinto comma, dello statuto ha introdotto la locuzione «in entrambi i casi». Per la Cassazione ciò conferma che il legislatore ha inteso precisare che il computo dei giorni lavorativi deve essere comunque effettuato secondo il criterio della effettiva presenza.
(Fonte: ItaliaOggi)
