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Lavoratori in nero spia


Ordine Informa

La presenza di lavoratori in nero in azienda legittima l’accertamento induttivo del reddito d’impresa in quanto l’amministrazione finanziaria può presumere che la contabilità sia complessivamente inattendibile.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 24250 del 13 novembre 2014, ha respinto il ricorso di una società che aveva ricevuto un accertamento, calcolato con metodo induttivo, per via della accertata presenza in azienda di tre lavoratori in nero.
L’uomo aveva impugnato gli atti di fronte alla Ctp ma senza successo. Quindi ha tentato la strada dell’appello in Ctr. I giudici hanno respinto. Ora la Suprema corte ha reso definitivo il verdetto.
In particolare, la sesta sezione – T ha motivato che l’impugnata decisione sembra in linea con i principi già espressi in sede di legittimità, essendo stato, oltretutto, adeguatamente esplicitato sia l’iter logico-giuridico seguito per giungere ad affermare la legittimità del metodo di accertamento adoperato, pur con le riduzioni imposte dai giudici di primo grado, avendo esplicitato che l’accertata utilizzazione di tre lavoratori dipendenti non risultanti dai libri obbligatori, era circostanza, peraltro contestata in sede di accertamento, idonea a far ritenere complessivamente inattendibile la documentazione fiscale e a integrare la presunzione di maggiori ricavi non dichiarati.
Ora i supremi giudici hanno definitivamente chiuso il sipario sulla vicenda legittimando gli atti impositivi emessi dall’ufficio.
(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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