Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali – il punto dell’ISTAT

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Con la nota di ieri, 24 ottobre 2017, l’Istat ha pubblicato il report sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali, relativo al periodo luglio/settembre  2017, periodo nel quale non sono stati recepiti nuovi accordi e nessuno è venuto a scadenza.
I contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore, per la parte economica, alla fine di settembre 2017 riguardano 7,6 milioni di dipendenti (58,7% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato.
I contratti in attesa di rinnovo a fine settembre sono relativi a circa 5,3 milioni di dipendenti (41,3%) e rimangono invariati rispetto al mese precedente.
I contratti scaduti scontano mediamente un’attesa di circa 68,5 mesi. Rispetto al precedente anno l’attesa media, calcolata sul totale dei dipendenti, è di 28,3 mesi.
L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie, nello stesso mese di settembre, è invariato rispetto al mese precedente, in aumento dello 0,2% rispetto a luglio e dello 0,6% nei confronti dello mese di settembre dello scorso anno. Nei primi nove mesi del 2017 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2016.
Facendo riferimento ai principali macrosettori, a settembre, le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,7% per i dipendenti del settore privato (0,5% nell’industria e 0,9% nei servizi privati) ed una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
Tra i vari settori quelli che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: estrazioni minerali e legno, carta e stampa (entrambi 1,7%). Nessuna variazione si registra nei settori dei pubblici esercizi ed alberghi, dei servizi di informazione e comunicazione, delle telecomunicazioni ed in tutti i comparti della pubblica amministrazione, mentre si registra una variazione negativa nel settore dell’acqua e dei servizi di smaltimento rifiuti.
(Autore: AA)
(Fonte: Istat)