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Addio voucher, raccolta firme in tutt’Italia per abolirli 


Ordine Informa

I voucher, o buoni lavoro, utilizzati per retribuire il lavoro occasionale accessorio, pur avendo il merito di tutelare delle forme lavorative marginali, precedentemente svolte soltanto “in nero”, hanno purtroppo lo svantaggio di essere utilizzati ed abusati per evitare di assumere dei dipendenti. Inoltre, problema non da poco, comportano un accredito di contributi molto esiguo; i contributi previdenziali pagati con i voucher, difatti, confluiscono nella Gestione separata: poiché la contribuzione versata in tale cassa è sottoposta a dei rigidi minimali, anche lavorando per l’intero anno, percependo compensi da voucher sino alla soglia massima, il lavoratore non ha diritto all’accredito di un anno di contributi. Problemi non da poco, ai quali la Cgil vorrebbe rimediare con un referendum per l’abrogazione di tale forma lavorativa e prevedendo una nuova disciplina, il lavoro subordinato occasionale. La nuova normativa relativa al lavoro occasionale è solo una parte di un progetto molto ampio, la Carta universale dei diritti del lavoro, uno statuto contenente tutti i diritti dei lavoratori: in pratica, una radicale riforma che “riscrive” le basi della disciplina giuslavoristica.
Il lavoro subordinato occasionale, secondo la proposta della Cgil, sostituirebbe il lavoro occasionale accessorio: le innovazioni previste, rispetto alla vecchia disciplina, rappresentano una “marcia indietro”, in quanto si prevedono dei limiti stringenti, sia rispetto ai lavoratori che possono prestare la propria opera sotto tale forma, sia in relazione alla tipologia dei lavori effettuabili. 

Per quanto concerne i lavoratori, sarebbe possibile impiegare nel lavoro subordinato occasionale: 

– gli inoccupati;

– gli studenti;

– i pensionati;

– i disoccupati non percettori di strumenti a sostegno del reddito.  

Per quanto riguarda i lavori effettuabili, sarebbero compresi: – i piccoli lavori in ambito domestico e familiare;

– l’insegnamento privato supplementare (le ripetizioni);

– l’assistenza domiciliare occasionale ai bambini, ai soggetti con handicap o non autosufficienti e alle persone anziane (badanti e babysitter);

– i piccoli lavori di giardinaggio;

– l’organizzazione, da parte di privati, di manifestazioni sportive, culturali, sociali o caritatevoli di piccola entità. 

Il lavoratore impiegato nel lavoro subordinato occasionale potrebbe svolgere non più di 40 giornate annue e percepire compensi non oltre i 2.500 euro netti. Limiti piuttosto stringenti, finalizzati a evitare gli abusi nell’utilizzo di tale forma lavorativa. 

Il funzionamento del nuovo lavoro subordinato occasionale appare meno complesso rispetto all’attuale procedura da utilizzare per i voucher:

– in primo luogo, il lavoratore interessato a svolgere la propria opera sotto tale forme dovrebbe comunicarlo ai servizi per l’impiego, per ottenere una posizione autonoma Inps ed Inail ed essere dotato di un’apposita tessera magnetica per l’accredito delle prestazioni;

– il datore di lavoro dovrebbe poi acquistare, presso le rivendite autorizzate, apposite schede, dotate di codice a barre: ogni scheda, come i vecchi voucher, corrispondente ad un’ora di lavoro, avrebbe il valore di 10 euro, dei quali 7,50 andrebbero al lavoratore ed il resto diviso tra contribuzione Inps (1,30 euro), assicurazione Inail e compenso all’ente gestore; sarebbero poi le rivendite a provvedere all’attivazione dei voucher;

– il lavoratore potrebbe poi ritirare il compenso, accreditato automaticamente nella scheda magnetica, presso una qualsiasi rivendita. Una procedura, dunque, notevolmente più semplice di quella attuale, che prevede registrazione del datore, registrazione e convalida del lavoratore, inserimento del committente e dei termini generali del rapporto, consuntivazione e pagamento con modalità differenti a seconda della tipologia di acquisto. Inoltre, i contributi non confluirebbero nella Gestione Separata, ma in un’apposita gestione lavoratori subordinati dedicata e non sarebbero assoggettati ai minimali.

Certo, la struttura dei voucher e delle nuove schede appare molto simile: la grande differenza risiede nella mancata possibilità di utilizzo da parte delle aziende, unico modo, anche se radicale, per evitare la maggior parte degli abusi.

(Fonte: La legge per tutti)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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