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Accertamento fiscale: come dimostrare i maggiori redditi


Ordine Informa

Accertamento sintetico e redditometro: nullo l’accertamento fiscale che non tiene conto degli aiuti ricevuti dal contribuente dai familiari conviventi.
Se il contribuente spende più di quello che guadagna o fa investimenti superiori alle proprie possibilità non è detto che utilizzi necessariamente somme frutto di evasione, sottratte cioè all’occhio del fisco: potrebbe anche trattarsi di elargizioni ricevute dai propri familiari e, quindi, regolarmente dichiarate.

Così, prima di effettuare l’accertamento fiscale con il redditometro (meglio detto “accertamento sintetico”), l’Agenzia delle Entrate non può limitarsi a verificare solo l’incongruenza, in capo al soggetto accertato, tra il reddito dichiarato e quello speso. È necessario considerare anche le potenzialità dei familiari che potrebbe aver aiutato il primo nelle sue necessità.

La giurisprudenza bacchetta, ancora una volta, sempre sullo stesso tasto, l’Agenzia delle Entrate e gli accertamenti fiscali effettuati con eccessiva leggerezza, senza tenere conto delle disponibilità patrimoniali del nucleo familiare.

L’accertamento sintetico funziona come una sorta di bilancia: tanto si guadagna, tanto si può spendere. Chi spende di più di ciò che ha incassato, probabilmente ha ottenuto le maggiori somme con metodi illeciti o, comunque, sottraendole alla propria dichiarazione dei redditi. Di ciò l’Agenzia delle Entrate può rendersene conto attraverso il redditometro, strumento che analizza i consumi di un contribuente, considerando gli acquisti di importo più rilevante (auto, immobili, ecc.). Quando il reddito dichiarato dall’interessato non supporta tali spese, scatta in automatico l’accertamento. Spetta allora al contribuente dimostrare il contrario, ossia che tali redditi sono stati regolarmente dichiarati o sono esenti. 

In tutto ciò, però, si inserisce la famiglia: il nucleo familiare è caratterizzato da un vincolo di solidarietà tra i membri, per cui sono del tutto normali le elargizioni e donazioni tra i membri. Ecco perché la giurisprudenza ha più volte ricordato all’Agenzia delle Entrate, nel momento in cui effettua l’accertamento sintetico, di tenere conto anche del reddito dei familiari conviventi, facenti cioè parte dello stesso nucleo familiare.

È chiaro che solo laddove il contribuente conservi la prova delle donazioni ricevute dai familiari sarà più facile dimostrare – senza dover ricorrere al giudizio – che non vi è stata evasione. Ecco perché è fondamentale tracciare tali donazioni attraverso bonifici o con assegni non trasferibili.

Ebbene, quando il contribuente riesce a dimostrare che le maggiori somme accertate rappresentano una disponibilità patrimoniale appartenente al nucleo familiare, l’accertamento va annullato.

[1] CTP Potenza, sent. n. 23/2015.

(Fonte: La Legge per tutti) 


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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