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Si perde il posto in caso di finta malattia


Ordine Informa

La Cassazione, con ordinanza n. 26709/2021, sul caso di un lavoratore che, durante l’assenza per malattia,  perché affetto da lombosciatalgia acuta, aveva «movimentato sacchetti di terriccio» per Suo conto,  stabilisce che la simulazione di malattia costa il posto di lavoro. Non c’è scusa che possa reggere: non il periodo di comporto, né la possibilità di chiedere la visita fiscale. Pertanto, se il lavoratore assume uno «stile di vita non compatibile con la patologia che lo affligge» il datore di lavoro è legittimato a licenziarlo in tronco (risoluzione per «giusta causa»). La Corte spiega che, relativamente all’ipotesi di fraudolenta simulazione dello stato di malattia, lo svolgimento di altra attività da parte del lavoratore dipendente assente (per malattia) può giustificare il recesso del datore di lavoro, per la violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede e degli obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.

(Autori: AMS)

(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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