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Offerte di lavoro truffa, quali sono e come difendersi


Ordine Informa

Truffe nella ricerca di lavoro: come scoprire le offerte false più diffuse e difendersi.
Con l’attuale crisi del mercato del lavoro, a crescere non è solo il numero di persone alla ricerca d’impiego, ma anche il business delle truffe alle loro spalle.

Si inizia dalle aziende che cedono illecitamente i dati di chi si è iscritto alle finte offerte di lavoro, sino ad arrivare a chi estorce dei soldi con la promessa di un impiego che non arriverà mai.

In questo breve vademecum abbiamo stilato un decalogo con le più diffuse offerte-truffa ed i rimedi per difendersi.

Offerte di lavoro truffa: le più diffuse

Ecco le offerte truffa più comuni da cui guardarsi:

– 1) annuncio in cui si chiede di chiamare un numero a pagamento per avere maggiori informazioni; lo scopo di questa finta offerta è molto chiaro: ottenere il maggior numero di chiamate per incassare il più possibile;

– 2) annuncio nel quale è richiesta, per candidarsi all’offerta di lavoro, l’iscrizione a una banca dati a pagamento: anche questa truffa ha lo scopo di ottenere denaro, utilizzando come esca un impiego allettante, ma inesistente; in alcuni casi si illude il malcapitato che le più grandi aziende “peschino” i curricula solo da quella banca dati;

– 3) annuncio nel quale si richiede un book fotografico a pagamento, in cambio di un lavoro nel mondo della moda o dello spettacolo: false offerte simili sono smascherabili facilmente, in quanto le aziende serie del settore, pur gradendo un book fotografico, non obbligano certamente i candidati ad averne uno a pagamento fatto da loro;

– 4) impiego per il quale è richiesta la frequenza, prima di essere assunti, di un corso di formazione a pagamento (o con borse di studio che nessuno vincerà mai): anche in questo caso la truffa è finalizzata ad ottenere denaro da chi paga il corso, illuso dalla certezza di un futuro impiego; in alcuni casi non esiste nemmeno il corso di formazione;

-5) vendite porta a porta: non tutte le offerte porta a porta sono una truffa; lo sono quelle in cui si promette al candidato un compenso fisso o un inquadramento come dipendente, mentre, nel concreto, si offre un posto di venditore a domicilio, che “se nulla vende nulla guadagna”;

– 6) call center outbound: la truffa dei call center si basa sullo stesso principio di quella dei venditori porta a porta; si pubblica un annuncio in cui si ricerca personale amministrativo, mentre, di fatto, si cercano operatori che telefonino per vendere prodotti o far sottoscrivere offerte; i compensi sono molto bassi, a fronte di provvigioni che crescono in base all’invendibilità del prodotto;

– 7) periodo di prova gratuito: la truffa della “prova gratis”, nella maggior parte dei casi, non si evince dagli annunci di lavoro, ma si scopre dopo il colloquio; in pratica, si fa svolgere al candidato un periodo di lavoro gratuito, giustificato come periodo di valutazione per l’affidamento di mansioni di un buon livello (team leader, selezionatore, etc.); l’azienda fa firmare al lavoratore un foglio in cui dichiara che l’attività prestata non costituisce un rapporto lavorativo e che, pertanto, non ha diritto ad alcun compenso; terminata la “prova-truffa”, naturalmente il malcapitato non è idoneo e l’azienda lo ha sfruttato gratis;

– 8) dalle stelle alle stalle: si tratta di una variante della truffa precedente; in questo caso, al malcapitato inidoneo a ricoprire le mansioni del team leader, del recruiter o dell’addetto all’amministrazione, si propone un posto da venditore o da operatore telefonico outbound (addetto a vendite o promozioni); in questa maniera l’azienda continua a sfruttare semi-gratis il malcapitato, dopo aver abbassato la sua autostima;

9) lavoro a domicilio: anche in questo caso, come per i call center e gli impieghi porta a porta, non tutti gli impieghi a domicilio sono una truffa; lo sono quelli in cui si richiede del denaro in cambio dell’invio di un “kit” per lavorare (ad esempio cornici da confezionare, volantini da imbustare…) o dell’apertura di un account per vendere prodotti; il principio è lo stesso che sostiene il “marketing piramidale”: alla fine a guadagnarci è l’azienda che sta “in cima alla piramide” e gli sventurati che acquistano, sperando a loro volta di vendere, restano a bocca asciutta;

10) guadagnare con i questionari: in questo tipo d’imbroglio, molto diffuso, si illudono i malcapitati con la promessa di alti guadagni in cambio della compilazione di lunghissimi questionari; alla fine chi guadagna è solo l’azienda, che vende i dati personali a caro prezzo.

Gli imbrogli nelle offerte di lavoro non si esauriscono certamente in questi 10 casi elencati: vi sono ipotesi ancora più gravi, come quella del finto datore che vuole abusare del candidato in cambio della promessa di un impiego, o quella dell’azienda estera inesistente che richiede alte cauzioni per l’alloggio. La fantasia dei criminali, purtroppo, non conosce limiti.

Offerte di lavoro truffa: i trucchi per difendersi

I modi per difendersi da queste offerte truffaldine esistono e, più che “trucchi”, sono regole di buonsenso. Ecco il nostro decalogo:

– 1) innanzitutto, diffidate degli annunci nei quali si parla di altissimi guadagni a fronte di poche ore di lavoro o di un impiego che non richiede grandi specializzazioni: nessun’azienda regala denaro;

– 2) non rispondete alle offerte anonime o con nomi di fantasia: l’azienda deve sempre riportare la reale ragione sociale; fanno eccezione le sole aziende che affidano la ricerca di personale alle Agenzia specializzate (queste ultime, però, devono essere indicate nell’annuncio, assieme al numero di autorizzazione ministeriale);

– 3) attenzione alle offerte in cui le mansioni o il ruolo da ricoprire sono poco chiari: se non sono fornite maggiori delucidazioni durante ulteriori contatti o colloqui, è molto probabile che si tratti di una delle truffe elencate nel decalogo e che si voglia attirare il candidato con la promessa di un buon impiego;

– 4) mai inviare denaro: che sia giustificato con l’invio del “materiale di lavoro”, di un “manuale”, o con l’iscrizione ad un corso di formazione propedeutico all’assunzione, nulla cambia; il fine è sempre quello di estorcervi dei soldi con la promessa di un’occupazione inesistente; lo stesso vale per le chiamate a pagamento e per il marketing piramidale;

– 5) mai lavorare gratis: può sembrare un consiglio “scontato”, ma è importante sapere che l’assunzione del lavoratore deve avvenire prima che questi inizi a lavorare ed il periodo di prova è retribuito normalmente; alcune aziende richiedono un periodo di formazione prima dell’inserimento, nella maggioranza dei casi retribuito; in nessun caso, comunque, sono richiesti soldi al candidato per la formazione, né viene richiesto di lavorare durante il periodo formativo;

– 6) diffidate di chi vi chiede d’inviare nominativi di altri lavoratori interessati o di reclutare persone che stiano “sotto di voi”: molto probabilmente si tratta di marketing piramidale o di aziende porta a porta o call center poco seri;

– 7) diffidate anche di chi richiede un’ingente mole di informazioni, o la compilazione di lunghissimi form e questionari, se l’impresa non è conosciuta: potrebbe trattarsi di persone che trafficano dati illegalmente o che commettono furti d’identità;

– 8) per lo stesso motivo, mai lasciare le proprie credenziali di accesso alla vostra mail, a vostri account personali (quelli bancari soprattutto!) ed a siti web come quelli dell’Agenzia delle Entrate o dell’Inps: i malintenzionati potrebbero truffarvi o commettere delle truffe a vostro nome;

– 9) se non conoscete l’azienda e non reperite alcuna notizia su internet, è consigliabile farvi accompagnare al colloquio da qualcuno; dietro il finto annuncio potrebbe nascondersi un maniaco o un rapinatore;

– 10) se il vostro interlocutore, durante il colloquio, non è chiaro al riguardo delle mansioni e dell’inquadramento, ponetegli domande mirate: sarà facile farlo “cadere in fallo”; lo stesso consiglio vale nel caso in cui un “amico” vi proponga un’offerta di marketing piramidale.

Questi sono i consigli fondamentali per evitare di cadere nelle trappole più utilizzate: naturalmente i disonesti inventano truffe sempre nuove, come quella in cui si richiede un collegamento da remoto col pc per predisporre un programma di lavoro, mentre l’accesso serve per rubare tutti i dati.

Non esiste uno “scudo universale” per evitare di essere imbrogliati: l’esperienza e la formazione, però, aiutano molto, assieme alla ricerca di lavoro “mirata” sulla specifica preparazione posseduta. È più difficile, infatti, che dietro offerte di lavoro dettagliate, per mansioni ben precise, si nascondano truffe, tarate, queste ultime, su impieghi generici, dunque idonee a mietere molte più vittime.

(Autore: Noemi Secci)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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