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Contratto di solidarietà espansivo: più chances di lavoro


Ordine Informa

Consumare le energie della rosa a disposizione o rinforzarla con nuove leve per non rischiare il tracollo fisico? Puntare solo su una buona difesa o cercare di vincere allargando la squadra per avere maggiore solidità in campo e mettere l’avversario in difficoltà? Valga la metafora sportiva per spiegare il valore di una scelta che può essere utile alle aziende in crisi per raggiungere nuovi obiettivi, primo fra tutti quello di tornare ad avere un ruolo competitivo sul mercato: quella di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla legge per assumere nuovo personale (allargare la rosa, appunto) ed usufruire di alcuni vantaggi economici e fiscali.
Finora si è fatto ricorso, nella maggior parte delle aziende in difficoltà, al contratto di solidarietà difensiva. Quello, cioè, che riduce di una certa percentuale (di norma non più del 60%) l’orario del lavoro dei dipendenti per dare l’opportunità a chi rischia il licenziamento di mantenere l’occupazione. La stessa torta, insomma, divisa in fette più piccole per tutti. Senza, però, la possibilità di aggiungere un posto a tavola, nemmeno se c’è un amico in più.

Ma quale possibilità ha un imprenditore di allargare la sua tavola a nuovi ospiti senza rischiare la rovina? Una di queste possibilità è il contratto di solidarietà espansivo [1]. Quella rosa allargata citata prima nella metafora calcistica, che consente di moltiplicare le fette di torta (o di mercato) compensando gli oneri con gli sgravi. Uno strumento, insomma, che permettere di assumere di più, di dare un po’ di riposo ai giocatori più anziani e di dare un’occasione a quelli del vivaio, cioè alle nuove leve.

Grazie al contratto di solidarietà espansivo, l’azienda può godere per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato un contributo a carico dell’Inps per ogni mensilità di retribuzione. Per i primi 12 mesi, l’agevolazione è del 15% dello stipendio lordo previsto dal contratto nazionale di categoria. L’anno successivo, il contributo scende al 10% e, nel terzo anno di assunzione, al 5%.

Inoltre, ci sono dei vantaggi speciali per chi assume giovani tra i 15 ed i 29 anni: per i primi tre anni di contratto (a patto che il lavoratore non superi, comunque, i 29 anni di età) la contribuzione dovuta dall’azienda è pari a quella prevista per gli apprendisti [2].

La legge impone due vincoli: non avere ridotto il personale o avere effettuato delle sospensioni in regime di cassa integrazione straordinaria nei 12 mesi precedenti la data di assunzione. E non diminuire la manodopera femminile rispetto a quella maschile a meno che non sia previsto dal contratto per bilanciare un’eventuale disparità.

Altra agevolazione del contratto di solidarietà espansivo: i nuovi assunti a tempo indeterminato non rientrano nel computo dei limiti numerici previsti dalla legge e dagli accordi collettivi in modo da applicare ogni strumento che consenta l’accesso a vantaggi di carattere finanziario e creditizio.

Il contratto di solidarietà espansivo può interessare i lavoratori con un’età inferiore rispetto a quella stabilita per la pensione di vecchiaia di non più di 24 mesi e che abbiano maturato i requisiti contributivi minimi per accedere alla pensione di vecchiaia. Questi lavoratori, nel caso accettino di trasformare il loro contratto a tempo pieno in un part-time non superiore al 50% dell’orario svolto in precedenza, potranno usufruire di un trattamento pensionistico del 50% cumulabile con la retribuzione fino al raggiungimento dello stipendio percepito in precedenza ma non imponibile a fini previdenziali.

Il decreto del 24 settembre 2016 consente di trasformare il contratto di solidarietà difensiva in un contratto di solidarietà espansivo, in modo da favorire le assunzioni e il ricambio generazionale. Questo mutamento può riguardare solo i contratti difensivi in atto da almeno 12 mesi alla data dell’8 ottobre 2016 e quelli sottoscritti fino al 31 dicembre 2015, a patto che la riduzione dell’orario di lavoro non superi quella precedentemente accordata.

Per compensare i costi, le quote di Tfr relative alla retribuzione persa e maturate durante il periodo di solidarietà, resteranno a carico della Cassa e verrà abbattuto del 50% il contributo addizionale dovuto sull’integrazione salariale.

(Autore: Carlos Arija Garcia)

(Fonte: La Legge per tutti)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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