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Cartella esattoriale? Ecco i trucchi per impugnarla


Ordine Informa

Notifica di una cartella di pagamento da parte dell’Agente della riscossione? Niente paura: in questa guida, tutti i vizi di forma e di sostanza che si possono far valere per impugnarla.
Tutte le volte che il postino, dal citofono, ci avvisa che c’è una raccomandata da firmare il primo pensiero va a una cartella esattoriale. Bella rogna! Eppure, degli appigli per farne valere la nullità ci sono sempre. In questa guida cercheremo di esporli in maniera semplice e chiara e di capire come procedere.
Cartella esattoriale: quando impugnarla?
Prima di passare al dettaglio della questione, è importante fare una breve premessa in merito ai tempi: facile intuire che non è possibile impugnare una cartella in qualsiasi momento (a meno che l’atto non sia inesistente, affetto, cioè, da una gravissima forma di invalidità). Esistono delle scadenze, a seconda che la cartella si riferisca a violazioni del Codice della Strada, a contributi previdenziali Inps o Inail, a tasse o tributi statali o comunali.
Cartella esattoriale: quando è viziata?
Altra distinzione da fare riguarda il tipo di vizio da cui essa è affetta:
vizi di merito: ad esempio, la tassa o la sanzione è davvero dovuta (si pensi al caso in cui si sia già provveduto al pagamento o all’ipotesi in cui l’importo calcolato è superiore a quello effettivamente dovuto)? È chiaro che valutazioni di tal genere dovranno essere affidate a un commercialista o a un legale;
vizi di forma: l’Agenzia delle Entrate ha rispettato le regole e la procedura imposta dalla legge per richiedere tali pagamenti?
Cartella esattoriale: occhio alla notifica
Uno dei vizi più frequenti è certamente il difetto di notifica: significa che il postino non ha rispettato le formalità imposte dalla legge e che devono precedere la consegna dell’atto. Si ricorda, infatti, che:
l’atto deve essere consegnato nelle vostre mani;
in caso di vostra assenza, l’atto deve essere consegnato nelle mani di un familiare convivente;
se manca anche il familiare convivente, l’atto deve essere consegnato nelle mani del portiere (Per un approfondimento sul tema, leggi l’articolo: Valida la cartella esattoriale notificata al portiere dello stabile).
Come si comprende, il portalettere si ritrova a dover rispettare un vero e proprio ordine gerarchico, dando conto dei tentativi effettuati secondo queste regole nella relata di notifica posta alla fine della cartella.
Non è tutto: occorre segnalare un aspetto non di poco conto. Se è vero, infatti, che il difetto di notifica legittima l’impugnazione della cartella di pagamento, è vero anche che – opponendosi – non si fa altro che provare di avere conoscenza dell’atto. In altri termini, l’impugnazione sana ogni vizio di notifica.
Cosa fare allora? Semplicemente, fare finta di non aver ricevuto nulla. Se, poi, l’Agente della riscossione dovesse procedere con un pignoramento, un’ipoteca o un fermo, non resta che opporsi all’esecuzione, contestando la nullità della notifica della cartella esattoriale. Per ulteriori approfondimenti sul tema, si legga Cartelle Equitalia nulle se notificate col postino: i giudici sconfessano la Cassazione.
Cartelle esattoriali: occhio alla relata di notifica
Altro aspetto da non trascurare è relativo alla relata di notifica, che deve essere apposta alla fine della cartella e mai sul frontespizio dell’atto. In quest’ultimo caso, la notifica sarebbe nulla. Ciò in quanto, la relata ha la funzione di certificare in che modo e quando è stata effettuata la notifica. Se, quindi, venisse posta solo sulla prima pagina dell’atto, essa servirebbe a provare, tutt’al più, che è stata consegnata al destinatario solo quella pagina e non tutte le altre.
(Autore: Maura Corrado)
(Fonte: La Legge per tutti)

 


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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